Hungry Hearts: l’ossessione emotiva e la medicina alternativa

Hungry Hearts: l’ossessione emotiva e la medicina alternativa

Hungry Hearts: l’ossessione emotiva e la medicina alternativa

Più attuale che mai è il tema della medicina alternativa. Con la pandemia c’è stato un imperversare di teorie complottiste e di soluzioni sanitarie alternative che non hanno fondamenti scientifici.

Quest’opera del 2014 già delinea il dilagare di un atteggiamento disfunzionale: l’estrema attenzione alla salute, con una cura di sé tutta personale e sbagliata.

Hungry Hearts è un film drammatico di Saverio Costanzo, ispirato al romanzo Il bambino indaco di Marco Franzoso. Presentato in concorso al 71º Festival di Venezia, ha vinto due Coppe Volpi per le interpretazioni di Adam Driver Alba Rohrwacher.

Premi più che meritati!

L’ossessione delle sue manie

In un locale della Grande Mela si conoscono casualmente Jude e Mina, un americano e un’italiana che subito sentono di appartenersi.

I due si innamorano e iniziano un’intensa convivenza all’interno di un piccolo appartamento in centro.

Poco dopo, Mina, pur cercando di evitare la maternità, scopre di essere incinta e si convince che il suo sarà un bambino indaco, come le ha pronosticato una chiromante.

Hungry Hearts: l'ossessione emotiva e la medicina alternativa

I due quindi si sposano e nasce il piccolo.

Proprio da questo momento inizierà il cambiamento esistenziale di Mina che travolgerà Jude e tutte le persone che gravitano attorno a loro.

La giovane madre decide di proteggere in maniera ossessivo-compulsiva il bambino dal mondo esterno contaminato e lo nutre con frutta e verdura che lei stessa coltiva in terrazzo, per crescerlo “in purezza”.

Se all’inizio Jude asseconda le strambe scelte di Mina, come quella di affidarsi alla medicina alternativa, dopo alcuni mesi si accorge che qualcosa non va. Consulta così il pediatra di fiducia che lo allarma sulla salute del bambino, il quale non cresce a dovere a causa della denutrizione.

Jude capisce per la prima volta che l’ossessione di sua moglie sta danneggiando gravemente il figlio.

Hungry Hearts: l'ossessione emotiva e la medicina alternativa

L’oggetto di consumo emotivo

Mina accantona il suo essere donna per dedicarsi interamente al figlio, annullando anche la propria sessualità in funzione di un bene emotivo, quello del figlio, che diventa totalizzante.

Il culmine arriva quando, parlando con il marito del neonato, lo appella con l’aggettivo possessivo più improprio “mio” e non “nostro”. Il bambino viene, quindi, vissuto come oggetto di puro consumo emotivo.

Il tormento per la salubrità, inoltre, porta Mina ad affidarsi soltanto alla medicina alternativa. Il suo distaccamento dalla realtà la induce a credere di fare la scelta più saggia nei confronti del neonato.

I cuori affamati, come titola il regista, spesso rischiano di divorare, annientando, ciò che considerano il senso del loro stesso pulsare. Tutto ciò con la pretesa dell’amore, di un amore sconfinato e malato che ha bisogno di aiuto.

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di Veronica Cirigliano
www.2duerighe.com
2023-05-03 13:21:27 ,

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